Pietro Serini
PIETRO SERINI
(F. 1929)
Medaglia d’oro al Valor militare
Nacque a Toscolano Maderno il 16 aprile 1912. Orfano del padre, caduto nella prima guerra mondiale – che vide l’olocausto supremo anche di due fratelli della mamma e di un altro mutilato – crebbe in un clima di profondo rispetto per quelli che sono gli alti ideali della Patria. Frequentò il Liceo “Calini” dal 1925 al 1929. I compagni lo ricordano come buono, di carattere aperto e generoso. Sportivo, fu portiere della squadra di calcio del nostro Liceo nel campionato studentesco del 1929.
Dopo aver frequentato per un anno il Politecnico di Milano, nell’ottobre 1930 si arruolò e frequentò l’Accademia Aeronautica di Caserta da cui uscì, col brevetto di Pilota militare, il 25 aprile 1934. Già allora dovette subire una dura prova della sua forza d’animo, in un incidente di volo, nell’agosto 1934, durante il quale dovette salvarsi lanciandosi col paracadute.
Volontario in Africa ed in Albania. Quindi, nella seconda guerra mondiale, col grado di Capitano. Il 27 settembre 1941, in un’azione di scorta alle nostre navi, si scontrava con aerei avversari ed il suo apparecchio, colpito, precipitava in fiamme. Salvato miracolosamente dal CT FUCILIERI, ferito ed ustionato molto gravemente, stringendo i denti alle acute sofferenze, si preoccupava solo che non venissero avvertite la mamma e la moglie. Ristabilito, ritornò al fronte africano, sempre combattendo, intrepido ed ardito.
Promosso Maggiore, alla fine del 1942 veniva destinato in Sicilia al Comando Caccia. Intanto gli eventi precipitavano ed il Maggiore Serini chiese ed ottenne il comando del 161° Gruppo autonomo dello Stretto di Messina. Venti apparecchi, per difendere il cielo di Messina e di Reggio Calabria contro centinaia di apparecchi nemici che continuamente ne violavano l’azzurro profondo. Questi venti apparecchi continuamente si alzavano in volo, combattevano, atterravano, si rifornivano, decollavano nuovamente, compiendo una, due, tre azioni nello spazio di poche ore. Quante le gesta di eroismo, nell’inferno di fuoco che arroventava il cielo, di pochi apparecchi contro le formazioni compatte di quadrimotori nemici? La massa delle fortezze volante che ricolmava facilmente ogni vuoto, centuplicava le capacità d’azione dei piloti italiani che si prodigavano rabbiosamente, coscienti della loro spaventosa inferiorità numerica… Ad ogni combattimento il reparto si assottigliava e le perdite non erano compensate dalle sostituzioni…
Il Maggiore Serini pareva dotato di cento vite. Nessuna sosta nella sua fatica improba. Tra un’azione e l’altra scriveva poche righe a casa per tenere tranquilli i suoi cari: “Oggi altro tafferuglio, finito abbastanza bene per noi” (e si era trattato di cruento combattimento aereo nel corso del quale il 161° Gruppo aveva abbattuto quattro quadrimotori nemici e ne aveva danneggiato uno!) e poi di nuovo con i suoi gregari. Qualunque fosse il numero degli apparecchi rimasti, egli ne era sempre al comando, era sempre in volo senza risparmio.
25 giugno 1943… Erano rimasti tre apparecchi. Tre Macchi 202. Si levarono in volo nel cielo di Sicilia a 7.500 metri. Ed ecco minacciosa avanzarsi una nube di morte: Fortezze volanti… centocinquanta, venne accertato da terra. Ma i piloti dei tre velivoli italiani non si attardarono certo a contarli e si buttarono allo sbaraglio, tra l’onda rombante, combattendo accanitamente, furiosamente… Una fortezza cade in fiamme… due… tre… cinque… sette!... Ma il Maggiore Serini non tornò alla base… Dall’alto di quell’azzurro cielo solcato per innumerevoli volte con giovanile e consapevole ardimento, precipitò il Maggiore Pilota Pietro Serini, già colpito a morte dalla improvvisa esplosione del suo velivolo. Il mare accolse in eterno abbraccio, Lui, il possente motore e l’infranta fusoliera. Fu ritrovato soltanto il suo cinturone che è conservato nel Museo del Nastro azzurro di Salò.
Successivamente avvenne un fatto che, sotto l’impulso di un sentimento spontaneo, rivoluzionò una prassi in vigore già da un secolo: i dipendenti del 161° Gruppo inoltrarono ai superiori comandi una proposta di concessione della Medaglia d’oro al Valor Militare al loro comandante. Essa venne concessa con la seguente motivazione: “Al Maggiore Pilota PIETRO SERINI – Toscolano Maderno (Brescia) è concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare – alla memoria – “Comandante di un gruppo di caccia di eccezionale perizia e valore, volontariamente ritornato in linea dopo un precedente ciclo operativo durante il quale riportava gravissime ferite, conduceva il suo reparto a brillanti vittorie contro soverchianti forze avversarie. Sempre primo nella impari lotta, sempre presente ove più cruenta ferveva la mischia, dimostrandosi degno continuatore della tradizione di valore dei Cacciatori Italiani. Cadeva da Eroe, additando ai gregari con il costante esempio, spinto fino al cosciente olocausto della vita, la via da seguire per la salvezza della Patria””. Cielo del Mediterraneo centrale, 4 giugno 1942 – 25 giugno 1943.
(Da “ALA TRICOLORE” ed. Brescia e da “IN CIELO E IN TERRA” di F. Pagliano ed. Longanesi e C.).
(Pubblicato su: Il Liceo Scientifico “Annibale Calini” di Brescia, Magalini Editrice, 1984)