Giulio Biemmi
GIULIO BIEMMI
(F. 1931)
Nato a Brescia il 19 giugno 1913, dopo la maturità scientifica si iscrisse al Politecnico di Milano ove si laureò in Ingegneria Civile nel 1936 e, più tardi, ottenne la specializzazione in strutture di cemento armato. Compiuto il servizio militare come Ufficiale del Genio Alpino, lavorò con encomio per due anni presso l'Ufficio Tecnico del Comune di Brescia. Fu quindi, dal giugno 1940, presso la Società Montedison, interrompendo il lavoro dal gennaio '42 al settembre 1943 per richiamo alle armi.
L'undici luglio 1945 fu assunto dall'Amministrazione provinciale di Brescia, quale funzionario dell'Ufficio Tecnico. Seguiva così le orme del padre Ing. Attilio che fu a quell'Ufficio, autorevolissimo Capo.
Preziosi ed anche coraggiosi apporti del suo personale lavoro, sia pure con la collaborazione dei colleghi, portarono alla realizzazione di importanti opere edili e stradali nella nostra attiva e laboriosa provincia che, seconda in Italia per estensione territoriale, gareggia in merito fra le più attive consorelle.
Progettò e diresse la costruzione di numerosi edifici di cui ricordiamo: l'adattamento ed il primo ampliamento dell'edificio del nostro Liceo, il Provveditorato agli studi di via Apollonio successivamente annesso al «Calini», il padiglione infantile di Croce di Salvem, la sede del Consorzio antitubercolare di via Marconi, case per i dipendenti provinciali, caserma comando Carabinieri ed alloggi Ufficiali.
Maggiormente impegnarono la sua perizia ed il suo interessamento le opere stradali. Sui milleduecento chilometri di strade che percorrono la nostra provincia in montagna ed in pianura, Egli progettò e diresse numerose opere di rettifica ed allargamento con relativi manufatti e ponti sui tre fiumi della provincia. Ricordiamo che, dopo l'alluvione del settembre 1960, superando remore e pastoie burocratiche, con pronta sicurezza, propose ed affrontò la costruzione di un nuovo tronco stradale per il collegamento di Cedegolo con Berzo, Monte, Cevo e Saviore.
Maggior impegno richiese però, con conseguente maggior merito, la variante della strada del Sebino, da Marone a Pisogne. Fu questo il rilevante lavoro della Provincia eseguito dal 1956 al 1960. Il ciclopico bastione del «Trentapassi», strapiombante con le sue rupi fra Vello e Toline sul lago, come sbarramento invalicabile, non aveva, fino al secolo scorso, consentito il collegamento stradale della Valle Camonica con la strada da Marone verso Brescia. Quella strada, la cui costruzione era stata considerata per molto tempo «stolto ardimento», fu coraggiosamente realizzata nel 1850 e continuò ad assolvere al suo prezioso compito fino al 1956, quando un crollo di rocce demolì un ponte e di nuovo interruppe il collegamento stradale lungo il lago. Ebbene, l'ardimento di quel lontano tempo fu ripreso per sottendere con una superba variante il pericoloso ed ormai inadeguato tratto di strada. Il susseguirsi di costoni rocciosi e di forre, richiese infatti grande fatica nell'individuare il nuovo tracciato e grande capacità tecnica nel progettare ed eseguire poi le opere. Ed è dovuto all'Ing. Giulio Biemmi quel prodigio di strada che, nel percorso di sei chilometri, annovera dieci gallerie in roccia, viadotti e ponti attraverso valloncelli, con spianate e slarghi panoramici. Essa può ben chiamarsi architettura stradale.
Al vertice della strada, dove dal Vaccarezzo si apre la vista del lago, a riconoscere anche per questo lavoro i meriti del Biemmi, una lapide dice:
«Ricordando le sue virtù di uomo e di tecnico - la Amministrazione provinciale e l'Ordine degli Ingegneri di Brescia».
Il valore del professionista, stimato fra i colleghi, lo aveva portato nel 1952 nel Consiglio dell'Ordine degli Ingegneri di Brescia e successivamente al posto di Presidente, un anno prima che mancasse il 29 giugno 1965.
(Da memorie raccolte dall'assessore provinciale Ing. Vittorio Montini, da colleghi e familiari).