Michele Leoncini
PROF. MICHELE LEONCINI
(Matematica e Fisica dal 1923 al 1925)
L’annuario del Liceo Scientifico “Annibale Calini”, stampato alla fine dell’anno scolastico 1924-’25, riportava: “Un tragico avvenimento ha funestato, verso la fine dell’anno scolastico, la vita di questa scuola: il prof. Michele Leoncini, insegnante di altissimo valore, uomo di integrità pura e di lealtà generosa, cittadino esemplare, meritatamente assunto ad alte cariche pubbliche, marito e padre tenerissimo, il giorno 28 maggio 1925, sulla soglia della scuola fu colpito a morte dalla follia criminosa di un giovane che pensò di vendicare con un delitto una bassa classificazione ottenuta l’anno precedente”.
L’uccisore era un non più giovane studente, della terza classe dell’anno precedente, ventiseienne, che dopo avere tentato gli esami all’Istituto Tecnico ed essere stato bocciato, si era iscritto al terzo corso dell’appena istituito (1923), liceo scientifico “Calini”. Ritiratosi alla fine del primo trimestre del 1924, per parecchie classificazioni negative, compreso un quattro in matematica, a seguito di squilibri psichici dimostrati in famiglia (aveva fatto la guerra mondiale nel corpo degli arditi, riportandone conseguenze negative), venne ricoverato all’ospedale psichiatrico dei Pilastroni. Fuggito da tale ospedale, si presentò il 28 maggio 1925 nel Liceo in Piazza Tebaldo Brusato e dopo avere scherzato con gli ex compagni di classe, visto passare il prof. Leoncini, gli sparò quattro colpi di pistola, da dietro le spalle.
Il prof. Leoncini, subito soccorso, purtroppo per la forte emorragia, giunse cadavere all’ospedale civile. Moriva lasciando dietro di sé, la moglie, tre figli di dodici, sette e cinque anni e un cordoglio generale fra i suoi studenti del liceo e fra la cittadinanza che da anni, e cioè dal 1900, conosceva le sue preclare doti di docente e di educatore. Una lapide, ricorda tutt’ora al Calini, il tragico fatto.
Il prof. Leoncini era nato il 15 febbraio 1871 in Gravina (Bari). Compiuti gli studi medi nella propria città, ottenne il posto di alunno nella scuola Normale di Pisa e presso la Università di Pisa (scuola e università che hanno sfornato docenti e ricercatori di fama nazionale e mondiale, per la severità degli studi), conseguì la laurea in matematica nel 1893. Nell’anno successivo compì nella stessa università il corso di perfezionamento avendo vinto il concorso per il legato Lavagna.
Nel 1895 insegnò matematica nel Ginnasio-Liceo di Pallanza; dal ’96 al ’99 insegnò nella Regia Scuola Normale di Aquila e Genova e dopo avere insegnato all’Istituto Tecnico di Bari, nel 1900 passò al Regio Istituto Tecnico di Brescia.
Nel 1923 fu nominato ordinario di Fisica-Matematica al nuovo Liceo Scientifico “Annibale Calini”, istituito con la riforma Gentile e vi rimase fino alla morte.
Ad attestare il suo alto valore scientifico restano alcuni saggi notevolissimi: “Sulla dinamica del punto” (accademia dei Lincei 1894), “Sulla risoluzione dei triangoli” (periodico di matematiche); “Le operazioni dei numeri razionali”, idem. Fu collaboratore (1915-16) del Bollettino di Matematica e scrisse testi di Trigonometria, Geometria Analitica, Algebra per i Licei Scientifici che vennero adottati in quasi tutti i Licei italiani. Volumi chiarissimi e completi che, se solo aggiornati, potrebbero ben figurare fra i testi dei licei scientifici odierni.
Il professor Leoncini, che il prof. Ferretti Torricelli, suo successore nella cattedra al Calini, ricordava sempre ai suoi allievi quale docente preparato, chiarissimo nelle spiegazioni, esemplare anche se giustamente severo, fu insegnante di meriti altissimi di ingegno, di dottrina, di operosità, di energia ferrea e insieme cordialmente persuasiva. Per completarne il ricordo riportiamo il proclama lanciato dal comitato per la Fondazione Leoncini per beneficiare uno studente orfano e povero: “Fra i migliori nostri era questo collega valentissimo, che nella scuola e nella vita portò per tanti anni l’esempio di un dovere scrupolosamente intenso e servito, di una cultura verificata da un austero amore della scienza, di una rettitudine assoluta, di una graduata disciplina civile, di una schietta fedeltà alla cara consuetudine degli affetti familiari”.
Di docenti di tale tempra, il Liceo Calini ne ha potuti annoverare parecchi nei suoi sessant’anni di vita!
(Dall’annuario del Liceo Scientifico e dai giornali dell’epoca).
(Dalla pubblicazione: Il Liceo Scientifico “Annibale Calini” di Brescia, Magalini Editrice, 1984)