Padre Ottorino Marcolini
PADRE OTTORINO MARCOLINI
(Religione dal 1934 al 1937)
Nacque a Brescia il 9 marzo 1897 da una famiglia modesta, ma ricca di industriosità, laboriosità, fede ed onestà. Fin dagli studi medi, manifestò eccezionale intelligenza, nonché doti morali e volontà.
Durante la Prima guerra mondiale, fu Ufficiale del Genio. Congedato, riprese gli studi al Politecnico di Milano ove si laureò in Ingegneria Industriale nel 1920, con il massimo dei voti e la lode. Nel 1921 ricevette l'incarico di Direttore dell'Officina del Gas di Brescia.
Nel 1924 si maturò in Lui la vocazione religiosa ed entrò nella Congregazione dei Padri Filippini (della Pace, così chiamati a Brescia). Fu ordinato Sacerdote nell’Epifania del 1927.
Prese una seconda laurea in Matematica, materia che insegnò al Liceo Arnaldo. Dal 1929 insegnò Religione, ma gli studenti approfittarono ancora per avere da Lui chiarimenti su problemi di matematica. Al nostro Liceo Scientifico, insegnò Religione dal 1934 al 1937. Chi lo ebbe come insegnante lo ricorda come appassionato espositore, pittoresco nella mimica, singolare nelle immagini, negli esempi e nelle applicazioni pratiche (Un prete «fuori serie»).
Instancabile, Egli operava continuamente specie nell'Oratorio e nel Doposcuola della Pace, ove tutti ricorrevano a Lui per consiglio ed aiuto che non mancava mai. Fu Assistente degli Universitari cattolici, promosse le conferenze di San Vincenzo, colonie marine e montane.
Dal 15 giugno 1940 fu Cappellano degli Alpini, Divisione Tridentina. In quell'Ufficiale Cappellano, scalcagnato e burattinesco nell'incedere, gli Alpini trovarono un fratello maggiore a cui chiedere difesa, conforto ed aiuto.
Dal novembre 1940 fu assegnato all’Aeronautica. Il 26 maggio 1941, per il servizio fedele e generoso prestato, gli fu conferita la Croce di Guerra al Valor militare. Sempre con l'Aeronautica, nel marzo 1942, passò sul fronte russo. In questa campagna, dimostrò tale spirito di sacrificio, di sereno coraggio, di nobile spirito di abnegazione, che si meritò la Medaglia di Bronzo al Valor militare.
In Russia ritornò fra i suoi Alpini e partecipò alla epica ritirata. Nel settembre 1943, quando la Divisione Tridentina fu catturata dai tedeschi, Egli lasciò il gruppo Ufficiali e si unì alla truppa. In prigionia Egli si prodigò in ogni forma di assistenza e riuscì spesso ad imporsi ai tedeschi, difendendo i diritti dei prigionieri. Fu anche sul punto di essere fucilato, per aver fatto discorsi senza riserve.
Giunta la liberazione il 24 aprile 1945, non volle ritornare subito. Ma rimase, in vari campi di concentramento, per aiutare tutti a ritornare. Ricomparve in Italia solo il 3 ottobre.
Ma la sua attività non conobbe soste. Preso dal «chiodo» di dare un lavoro ai disoccupati ed una casa a chi non l'avesse, si prodigò in ogni modo. Fu ispiratore, fra l'altro, delle sette cooperative meccaniche della Valcamonica. Ma l'opera sua più importante fu la «Cooperativa La Famiglia» con la quale riuscì a costruire in Brescia e provincia numerosi villaggi, dando una casa a più di diciottomila famiglie. Fu imitato anche in altre città, persino a Roma, dove, per espresso invito di Papa Paolo VI, suo amico fin dalla giovinezza, si recò a costruire un villaggio. Si autodefinì, per questa sua attività, «Muratore di Dio».
Il 9 novembre 1978, un incidente automobilistico, proprio mentre si recava a visitare lavori al Villaggio Sereno, gli fu fatale. Si spense il giorno 23, trasportato dall'ospedale alla Casa della Pace.
Fu assistente, consigliere, ispiratore di innumerevoli opere sociali. Dobbiamo a Lui, fra l'altro, la colonia di Malga Bissina.
Egli ha lasciato un segno indelebile nella recente storia bresciana.
(Da «Padre Marcolini, un prete fuori serie» di A. Fappani).
(Dalla pubblicazione: Il Liceo Scientifico “Annibale Calini” di Brescia, Magalini Editrice, 1984)